La preghiera

non nostra, ma di Gesù e della Chiesa in noi

La vita che non abbiamo scelto noi, ma per la quale da Misericordia siamo stati scelti, non può essere che questo: ogni giorno, per tutto il giorno, lasciarci prevenire dallo Spirito Santo a contemplare ed accogliere in noi il Mistero della Messa…

La preghiera: in ogni forma e per ogni momento della giornata, può essere solo o preparazione o prolungamento dell’Eucaristia quindi non nostra ma di Gesù e della Chiesa in noi…

Il silenzio è l’unica lode vera e degna…

La Piccola Regola

Nella nostra giornata

La preghiera è in primo luogo comunitaria: nella celebrazione dell’Eucaristia quotidiana e in una abbondante salmodia. Il libro dei salmi è cantato per intero in una settimana e scandisce le giornate nelle tradizionali ore monastiche.

In secondo luogo è preghiera personale,  sempre condotta sulla Parola di Dio: la lettura meditata di un brano quotidiano della scrittura (la Lectio) è l’oggetto principale della nostra riflessione e della nostra preghiera ed è la vera dominante di tutta la giornata, nelle varie ore diurne, dell’ufficio divino, in due ore di preghiera personale e finalmente in un dialogo biblico durante la stessa Messa. Questo brano è tratto dalla lettura continua, senza intervalli, di un libro della Bibbia, ora dell’Antico, ora del Nuovo Testamento, e sempre, in ogni caso, per sei mesi all’anno di un Evangelo.

Parola ed Eucarestia

“La Scrittura, nella nostra cristianità, la si sente al massimo come un aiuto per la riflessione cristiana, ma il rapporto con essa è un rapporto diretto, nuziale: è la pienificazione delle nostre potenze sovrannaturali, è l’esercizio in atto di queste potenze, della nuova intellezione, del nuovo intelletto, della nuova sapienza, dei nuovi gusti.

La frequentazione abituale della Parola di Dio ci muta completamente come sensibilità, intuito, gusto, sapienza: perché ci dona continuamente, con una elargizione munifica e generosissima, quello che ci comanda di fare.

Al centro, quindi, vi è la Parola e il suo culmine, l’incarnazione della Parola: cioè l’Eucarestia. All’origine c’è una grande fede nella possibilità della Parola e dell’Eucarestia di trasformarci pian piano, di cambiare totalmente il nostro modo di vivere, di donarci quasi senza sforzo, senz’altro sforzo che accoglierle – Parola ed Eucarestia – una vita nuova, una coerenza che vince tutte le nostre debolezze e le nostre pigrizie, che può aggregarci nonostante le nostre diversità e divisioni, che fa nascere un soggetto nuovo, la comunità, la quale non è precostituita a queste cose, ma nasce da queste cose, dalla Parola e dall’Eucarestia.”

Giuseppe Dossetti

Sorgiamo dunque, una buona volta, svegliati dalla Scrittura che ci dice: E’ tempo, ormai, di levarci dal sonno e aprendo gli occhi alla luce deificante, ascoltiamo con orecchi attenti che cosa ogni giorno ci ripete la voce ammonitrice di Dio.

San Benedetto

Il canto e il silenzio

Il libro dei salmi è come un giardino, tutto ciò che viene annunciato negli altri libri [della Bibbia] lo trasforma in canto.

Oltre a tutto quello in cui vi è comunione e relazione con gli altri libri, ha anche questo di meraviglioso, che riporta impressi e scritti in esso i moti di ciascuna anima e il modo con il quale essa cambia e si corregge affinché chi è inesperto, se vuole, possa trovare e vedere come un’immagine di tutto questo nel salterio e plasmare sé stesso come là è scritto.

Chi ascolta, così come chi li recita, prova compunzione e accorda il suo sentire alle parole dei cantici come fossero sue.

Si legga e si reciti in tutta semplicità ciò che sta scritto perché anche lo Spirito, che ha parlato nei santi, vedendo risuonare le parole da lui ispirate, venga in nostro aiuto.

Atanasio di Alessandria – Lettera a Marcellino sull’interpretazione dei Salmi

La cappellina della prima casa di Montilgallo

All’inizio del silenzio troviamo noi stessi: la testa è sparpagliata e non c’è più un atto semplice, non faccio mai una cosa per sé stessa ma penso sempre al “dopo”. Tutto ciò dipende dalla mancanza di silenzio: non faccio mai un atto unificato, che significa intensità, raccoglimento di tutte le nostre facoltà in un atto solo. 

Il silenzio è la mia stanza del rapporto con Dio (Matteo 5,6). Lo devo amare e desiderare. Mentre pronuncio i Salmi essi parlano al mio cuore se faccio silenzio. Mentre li pronuncio, sono io il primo ad ascoltarli e poi dal mio cuore rimbalzano a Dio. Dio legge il cuore.

Don Lanfranco